Il mese scorso abbiamo viaggiato fino alla Persia per scoprire l’origine semantica del Paradiso e il tentativo antichissimo di farlo divenire realtá sulla Terra. Anche se sembra incredibile a molti, questo é ancora la stessa meta di molti creatori di giardini di oggi. Basti pensare a il giardino di Prospecte Cottage, a Dungeness, sulla costa del Kent in Gran Bretagna. Il suo artefice, il cineasta inglese Derek Jarman infatti scrisse: “Il paradiso è l’ossessione dei giardini…e anche il mio ne è ossessionato”. E proprio oggi apre la mostra “Derek Jarman: il confine del mio giardino é l’orizzonte” presso il Garden Museum di Londra, il museo che esplora e celebra i giardini e il giardinaggio britannici.
Jarman lasció Londra nel 1986 per un paesaggio aspro, quasi desolato ma che ha una flora e una fauna ricche e uniche, motivo per cui la zona è stata dichiarata Riserva Naturale Nazionale. Qui, accanto ad una centrale nucleare, creó un giardino unico che si fonde con l’ambiente circostante e la flora del luogo e fa di questo perdersi il suo personale “fare paradiso”.
Questo giardino atipico, costruito nel corso di 8 anni fino alla morte di Jarman, abbandona completamente l’idea del “giardino all’inglese” e decide, invece, di mettersi in ascolto di ció che la natura puó suggerire. Al suo interno si trovano solo piante che crescono spontaneamente lí attorno, una decisione forte che dimostra quanto centrale sia il desiderio di non disturbare il posto e, contemporaneamente, di proteggerne la straordinaria biodiversitá.
“Via quei prati all’inglese e largo alle ispide ortiche e ai fiori che crescono sul ciglio delle strade: giacinti dei boschi, garofanini, orchidee selvatiche, distese di ranuncoli“, scrisse Jarman.
Il giardino di Prospect Cottage, cosí si chiama la proprietá su cui spicca una minuscola casa di pescatori nera, é una combinazione di ghiaia e pietra, piante autoctone, sculture in e tavole portate dal mare. Lí spuntano piante d’orto e perenni, cespugli di rose rugose color vinaccia, carciofi e verdi acanti, calendule. Una ricchezza botanica incredibile che solo serve a dimostrare ancora una volta quanto tenace sia la natura.
Se la storia di questo giardino vi ha rapito, vi consiglio il libro “Il giardino di Derek Jarman”, scritto dal suo stesso creatore.